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Trufelli: "Il lavoro torni al centro dell'agenda economica e politica"

«Il lavoro deve diventare una priorità concreta di ciascuno di noi, deve tornare ad attrarre imprenditori, giovani, politici ed economisti, va rimesso al centro dell’agenda politica e non solo». Parole della vice direttrice di Confcommercio Marche Nord Agnese Trufelli che interviene per una analisi a 360 gradi del mondo del lavoro.


La crisi economica post covid è tangibile e grave, Trufelli auspica un confronto serio tra i vari attori in campo, soffermandosi anche sulle due dimensioni ‘nascoste’ del lavoro: felicità e significato: «L’emergenza sanitaria è divenuta economica e sociale, con forti e gravi impatti sugli investimenti, sui consumi e sul lavoro. La pandemia è andata ad acuire una situazione già assai critica, basti pensare che il 2019, come del resto l’anno precedente, nelle Marche si è chiuso con un saldo negativo tra iscrizioni e cessazioni di imprese, come emerge dalla rilevazione condotta da Unioncamere – Infocamere sulla banca dati dei Registri delle Imprese delle Camere di commercio. Il saldo risulta essere negativo per 909 unità. Il tasso di crescita annuale del tessuto imprenditoriale scende a -0,53%. L’andamento marchigiano si conferma essere in controtendenza rispetto a quello del Paese che ha fatto invece rilevare un tasso di crescita di +0,44%. Tornano a calare gli occupati (-0,3%) e a crescere le persone in cerca di occupazione (+7,4%). E nel 2020 i dati, seppur non ancora ufficiali, sono se possibile ancor più allarmanti, ad iniziare dal forte calo di imprese che aprono».

Trufelli si sofferma su un’altra indagine che fa riflettere, quella della Cgia: «Quella dell’ufficio studi della Cgia di Mestre è una stima preoccupante e al contempo impressionante: con il congelamento del lavoro il numero delle pensioni erogate in Italia ha superato quello degli occupati. Un sorpasso che ha ricevuto una spinta dal Covid. Altre stime su cui è necessario riflettere arrivano dal Fondo monetario internazionale che prevede per il 2020 una contrazione del Pil in Italia del 12,8%. Per quanto concerne i consumi, poi, l’indicatore di Confcommercio segnala a maggio una caduta del 29,4% nel confronto annuo».

Nessuna ricetta ma, in primis, concretezza: «E’ fondamentale tornare a confrontarsi seriamente di lavoro ed occupazione; innovazione che incontra la tradizione; ricerca; studio dello smart working e di come poterlo applicare in termini di risparmio aziendale e conciliazione tra lavoro e famiglia; lavoro sommerso; taglio al costo del lavoro; aiuto ai nostri imprenditori che vogliono far crescere o salvare la propria impresa ed assumere anche. Serve assolutamente responsabilità a tutti i livelli, percorsi chiari e condivisi per risollevarci».

Infine, una riflessione sul lavoro, sul suo posto nella vita di ciascuno di noi: «Il rapporto complesso tra fatica e sofferenza, da una parte, e significato e finalità, dall'altra. Quando lavoriamo, siamo mossi da ragioni più profonde di quello che pensiamo, a partire dal senso di soddisfazione che ne deriva. Se è vero che l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, se è vero che il lavoro 'di senso' dona dignità e felicità, non capisco come questa tematica, fondamentalmente anche per la tenuta sociale, non diventi una priorità 'a fatti', non parole, di ciascuno di noi».

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