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«Il mercato si risveglia ma ancora la ripresa viaggia a due velocità»

Industriali, artigiani e il mondo del commercio analizzano aspetti negativi e positivi, anticipando le tendenze del 2016. Ripresa sì, ma non per tutti. C’è una forbice troppo ampia tra chi può vendere all’estero e chi invece deve sperare che qualcuno entri in un negozio. Secondo Gianfranco Tonti, presidente di Confindustria «il 2015si è chiuso con una diffusa testimonianza di segni positivi davanti a produzione e fatturati rispetto al 2014. Questo vale per molte aziende a prescindere dalla dimensione di dipendenti o di capitali e a prescindere dal settore di appartenenza. Va letto sicuramente come un segnale importante per il territorio. La previsione dell’associazione industriali pesarese è che, salvo sconvolgimenti internazionali, potremo avere un anno sicuramente migliore rispetto al 2015. Non avremo un’accelerazione forte, questo no, però ci sarà un trend di ripresa. E dipenderà da ogni singola impresa, dalla proprie capacità e determinazione. L’Export ci consegna un andamento importante, un +9%. Un comparto su cui insistere per conquistare mercati e aumentare le vendite. E’ vero che anche il mercato interno si sta risvegliando, ma non certo alla stessa velocità di quello estero. Il territorio di Pesaro con le sue aziende si rialzerà in questo 2016, ma sarà un recupero ancora lento. Ci vorranno anni per tornare ai ritmi precedenti alla crisi. Ma senza illusioni, il trend è in miglioramento».
Chi soffre di più è il commercio. Un settore che ha avuto molti stravolgimenti. Si compra on-line e i negozi della via accanto arrancano. Per Amerigo Varotti, direttore Confcommercio «il 2015 è stato un anno di stasi dei consumi, parzialmente sbloccati solo negli ultimi 40 giorni dell’anno. Un flessione complessiva, soprattutto nella grande distribuzione. Tengono i negozi di qualità di vicinato. E migliorano i discount con prodotti di bassa qualità a basso prezzo. Una tendenza che sul territorio ha visto una vera deflazione. I prezzi non salgono, stagnano. Però è che c’è più fiducia nei consumatori, ma per noi la chiave è il mercato interno, ancora fermo». E poi ci sono le situazioni strettamente locali. «Il caso Banca Marche sta portando una minor propensione al consumo. In provincia c’è un’indicazione di un’occupazione che non riparte, il jobs act non ha funzionato. Quindi siamo preoccupati. Sarà un anno ancora duro per i commercianti». Gli artigiani credono nella ripresa, anche per i 30milioni di investimenti che si sbloccheranno. «Sul fronte degli appalti raccomandiamo agli Enti pubblici l’istruzione di una corsia preferenziale per le piccole imprese attraverso la creazione di apposite liste di aziende del territorio per la partecipazione a gare nei lavori con importi inferiori al milione di euro – sottolinea il segretario Cna Moreno Bordoni – Per il pagamento di lavori e/o forniture dagli enti pubblici alle imprese, chiediamo tempi ragionevoli. Il territorio sta agganciando la ripresa, soprattutto nella meccanica, manifattura, mobile e nautica. Tirano anche il turismo e la ristorazione, meno il tessile».

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