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«Senza nuove professionalità difficile la crescita del settore»

Il Comune di Pesaro ha organizzato la terza edizione degli Stati generali del Turismo a cui ha partecipato anche l’Ente Bilaterale del turismo. «Un appuntamento annuale che offre sempre elementi interessanti per ulteriori approfondimenti - si legge in una nota dell'Ente-. La relazione del Sindaco Matteo Ricci è stata apprezzata per la sua onesta intellettuale e positività, infatti partendo dal presupposto che la città non ha mai conosciuto il turismo di massa, e che per questo non soffre del carico antropico come altre località della Riviera, è evidente che a Pesaro ci sono margini di sviluppo, partendo proprio dal binomio turismo e arte-cultura. E’ molto positivo il fatto di puntare sul turismo fuori stagione per essere attrattivi tutto l’anno e contrastare, dall’altro, il “degrado” delle strutture ricettive fatiscenti».
Parlare però di finalità strategiche significa parlare anche di qualità del prodotto turistico. «La forza economica del settore turistico non si misura solo nella capacità di vendere le camere, ma anche di offrire un valore aggiunto. Ciò che può fare la forza del settore turistico della nostra provincia è l’interdipendenza strategica tra offerta turistica e sistema di valore più complessivo rappresentato dall’insieme dell’economia».
E’ evidente che ciò impone di affrontare il tema della qualità del lavoro. «Non siamo così nostalgici da non capire che la flessibilità rappresenta una delle leve sulla quale le imprese hanno necessità di agire - prosegue la nota -. Il punto è un altro: rendere competitivo il settore turistico, offrire nuove prospettive di sviluppo, guardando oltre la crisi, si può far solo mortificando la base professionale, oppure anche valorizzando il lavoro?». Questo è il tema vero, quello che parla poi della condizione di lavoro in questo settore e che spesso passa sotto silenzio. «Per prima cosa dobbiamo avere piena coscienza che il mercato del lavoro in questo settore rappresenta - sottolinea l'Ente Bilaterale del Turismo - una realtà di grande consistenza, per quanto non sia sempre facile quantificarne la composizione. Stiamo parlando di un mercato del lavoro tra i più flessibili, dove la quota dei part –time è superiore alla medie degli altri settori ed è in prevalenza composta da donne, per non parlare dei contratti a chiamata e dei vouchers il cui ricorso è davvero abnorme. Difficile da misurare, ma non priva di significato è la quota di lavoro irregolare, che ha soprattutto nel lavoro immigrato la sua quota prevalente». Viene da domandarsi in che misura bassi salari, lavoro irregolare, destrutturazione del lavoro possono rappresentare la risposta moderna e vincente della nostra industria turistica? «Se il settore ha bisogno di innovazione occorre dire che questa passa innanzitutto nell’investimento sul fattore umano. Non si può immaginare di promuovere l’offerta turistica, nella moderna competizione, utilizzando un basso contenuto professionale. Al contrario la qualità del prodotto e del servizio sono sempre più ciò che fa la differenza. Il lavoro è un fattore sul quale occorre investire, innanzitutto, attraverso la formazione professionale, paurosamente carente nel settore».

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