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Turismo, Varotti (Confcommercio): "È inutile parlare fino a quando non ci saranno date certe"

Si fa un gran parlare di stagione turistica, di spiagge aperte, di promozione ma... è tutto inutile fino a quando non sarà fissata la data certa di inizio della stagione. E cioè quando saranno consentiti i viaggi in Italia per turismo, quando sarà possibile l’arrivo di turisti dall’estero.

Cioè quando si potrà viaggiare oltre che per lavoro e per necessità anche per turismo. Come potrà un albergatore programmare l’eventuale “ripartenza” senza una data certa? Per alcuni settori, poi, come i negozi e i ristoranti sono state indicate date per la ripartenza delle attività che non condividiamo. Costringere alla chiusura i negozi fino al 18 maggio e i pubblici esercizi al primo giugno è un atto incomprensibile se paragonato poi al fatto che da sempre gli ipermercati e i supermercati sono aperti (nonostante il numero elevato di lavoratori e clienti ed il conseguente maggior pericolo di contagio rispetto al singolo negozio di vicinato!) e quasi tutto il settore industriale e manifatturiero è aperto (e taluni - anche con le deroghe - non hanno mai chiuso).

È una decisione che non condividiamo, che cerchiamo di modificare sia a livello regionale che negli incontri governativi. Una decisione che creerà ulteriori, gravi, problemi economici alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi già chiusi da ormai 60 giorni. E senza la quotidiana iniezione di liquidità (la cassa), con le bollette delle utenze che non sono state bloccate, con i mutui erogati dal sistema bancario con il contagocce, con i soldi della cassa integrazione che, lentate, stanno arrivando solo in questi giorni e i conti degli acquisti ed investimenti effettuati precedentemente da saldare (pensiamo al settore moda!!!), questo ulteriore periodo di chiusura rischia di non far riaprire più molte imprese. Già alla disperazione.

Nel frattempo, in assenza delle norme e dei protocolli a cui dovranno attenersi le aziende per la prevenzione del contagio da COVID-19 e che i tecnici ministeriali ancora non hanno predisposto, la Confcommercio con Federalberghi e Fipe, ha realizzato direttamente i protocolli per il settore alberghiero e quello della ristorazione avvalendosi della collaborazione e supervisione di esperti di chiara fama. Questi protocolli, in attesa di validazione ministeriale - ed inviati anche alla Regione Marche -sono necessari con urgenza alle imprese per impostare la riorganizzazione funzionale di alberghi e ristorati indispensabile per ripartire. Protocolli e linee guida essenziali per predisporre hotel e pubblici esercizi al nuovo modo di operare. Al nuovo modello di ospitalità.

Ma il tempo passa e la lentezza esasperante, l’incertezza sulla data di riapertura, la mancanza di aiuti concreti, crea la rabbia e la disperazione degli imprenditori. Il turismo, poi, è veramente stato dimenticato: è il settore più colpito e quello che ripartirà a fatica più di tutti ma è sparito dal radar della politica. Ma senza una attenzione particolare, contributi a fondo perduto, allungamento degli ammortizzatori sociali, moratoria fiscale e blocco delle bollette delle utenze, aiuti e detrazioni fiscali sui canoni di locazione o d’affitto d’azienda, questo settore non ripartirà. E saranno lacrime e sangue per le aziende ed i lavoratori.

Il Turismo necessita più di tutti gli altri settori di una considerazione particolare perché le sue dinamiche sono diverse rispetto alla produzione. Ma la politica non lo capisce e farà “più danni della grandine“.

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