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«Alla Celletta sta accadendo quello che avevamo previsto»

Varotti: «Le grandi superfici distruggono posti di lavoro»

«La situazione del commercio alla Celletta conferma esattamente ciò che avevamo previsto - é il commento del direttore di Confcommercio Amerigo Varotti - . Queste megastrutture, a parte casi particolari, prima mandano a gambe all'aria i negozi tradizionali, poi si fanno una concorrenza selvaggia ammazzandosi tra loro. Con risultati dannosi per tutti, sia sotto il profilo economico che occupazionale. Perché é vero che i supermercati e gli ipermercati assumono personale, ma sono molti di più i lavoratori autonomi e i dipendenti delle catene correnti a perdere il lavoro».
Per Varotti non c'é altra via d'uscita per i comuni che tornare a programmare il territorio. «In questo senso é interessante il provvedimento con il quale la Regione Emilia Romagna - aggiunge - ha disposto una riduzione di del 30 per cento nella previsione urbanistica degli enti locali. Hanno compreso che bisogna fermare il consumo di territorio altrimenti distruggiamo anche quel poco di bello che ci é rimasto. e distruggere la bellezza per far spazio a questi mostri, é un vero delitto».
il direttore di Confcommercio tende poi la mano a Domenico Falcone: «Siamo a sua disposizione per trovare una soluzione utile ad alleviare il disagio che gli sta creando questa vicenda. Da parte sua, il Comune potrebbe esentarlo dal pagamento delle tasse locali, tenuto conto che la Confcommercio ha più volte sollecitato la creazione di una no-tax area per tutti i negozi di vicinato alla luce della perdurante crisi del settore». sulla stessa linea di Varotti il commento espresso da Roberto Borgiani di Confesercenti Pesaro e Urbino. «Questa situazione é figlia di una programmazione fatti negli anni '80 a cui non si sono sottratta Pesaro, né Fano, tanto meno Mondolfo, che ha applicato al nostro territorio modelli che sono delle grandi aree urbane o addirittura di altri paesi. Le conseguenze di queste scelte si sono poi accentuate - aggiunge Borgiani - quando è arrivata la crisi e la soluzione più semplice é sembrata quella di concedere permessi per trasformare le superfici artigianali in commerciali e terziario, con conseguenze drammatiche se pensiamo a quanti negozi di giocattoli, articoli sportivi, librerie, cartolerie hanno chiuso negli ultimi anni. fin qui si era slavata solo la distribuzione alimentare di vicinato, che fa un servizi di prossimità, ma ora anche questa mostra la corda». Cosa fare adesso? «Considerando che non si può impedire la libera concorrenza sulla quale l'Europa ci richiama tutti giorni, a mio avviso é necessario tornare a un serio lavoro di programmazione delle aree e degli edifici esistenti, lasciando che ciò che é destinato all'artigianato rimanga tale. Se i proprietari non riescono a mettere i propri edifici a reddito sarà in problema loro, non può diventare una zavorra per il comparto».
Ma l'ultimo Prg Light approvato dal comune di Pesaro va in questa direzione?
«No, e contiene almeno un paio di errori - conclude Borgiani - liberalizza la destinazione dei piani terra a fini abitativi e dà la possibilità, anche in centro storico, di trasferire attività con grandi superfici elevate. Dobbiamo cambiare passo».

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