Il direttore della Agenzia delle Entrate nonché Amministratore delegato di Equitalia ha detto, ieri, che “l’evasione fiscale è incompatibile con la democrazia” riferendosi ai 130miliardi di tasse evase calcolata dalla Corte dei Conti.
Non vi è dubbio che l’evasione fiscale, quella vera, quella generata da chi è sconosciuto al fisco, che esporta capitale all’estero, che crea società di comodo in paradisi fiscali, va combattuta seriamente.
Così come andrebbero modificate norme elusive che consentano ad alcune categorie di non pagare le tasse nel nostro Paese.
Ma va anche detto che sono “incompatibili con la democrazia” certi mega stipendi di burocrati dello Stato o di dirigenti di Aziende e Società pubbliche, compreso quello di Attilio Befera. Qui sono tutti pronti a dare lezioni di legalità fiscale; a dirci che le tasse vanno pagate; e poi siedono su poltrone e scranni politici lentamente pagati con soldi della collettività che poi viene chiamata a pagare profumatamente anche per i loro stipendi e privilegi.
In questi giorni assistiamo alla protesta dei “forconi” e di altre sigle associative. Contestiamo e contrastiamo talune forme di illegali proteste che sconfinano anche in problemi di ordine pubblico. Ma è altrettanto vero che la misura è colma. La gente e le imprese , anche nella nostra Provincia, non ce la fanno più, stanno scoppiando. E di fronte alla mancanza di risposte che viene dalla politica, (anzi che non viene); all’inattività del Parlamento che da mesi discute di niente; in assenza di misure serie ed immediate di riduzione degli sprechi e privilegi, la rabbia dei cittadini e piccoli imprenditori è giunta al limite.
Guardiamo alla vicenda Tares e Servizio Idrico che riguarda anche la nostra Provincia.
Da oltre un anno avevamo allertato le imprese, ma soprattutto i politici, i parlamentari, gli amministratori sull’assurdità di una legge che avrebbe fatto pagare a talune imprese (soprattutto alberghi, ristoranti, negozi di ortofrutta e alimentari) i costi servizi forniti dai Comuni o dalle Aziende pubbliche in modo inaccettabile e oltremisura.
Ma il Parlamento, che pure era stato interessato dalle organizzazioni nazionali e localmente tramite i Parlamentari, non ha preso provvedimenti.
Per cui le imprese si sono viste recapitare conteggi stratosferici incompatibili con una serie ed efficace gestione di una impresa. Il rischio con questa concentrazione di “tasse di fine anno” (Irap, Imu, acconto Ires ed Irpef, Tares, Servizio Idrico) è che le imprese chiudano per strangolamento. E mentre la gente non ce la fa più, ora il Governo rinvia al 2017 l’eliminazione dei rimborsi elettorali a Partiti e lascia inalterati i privilegi.
«Basta con i super stipendi e i privilegi della casta»
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