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E’ tempo di tartufi, Varotti (Confcommercio): “Si abbassi l’Iva al 4%”

Stanno svolgendosi in queste settimane le Fiere del Tartufo, questo straordinario prodotto che ha reso le Marche famose in tutto il mondo.

Abbiamo iniziato con Apecchio, poi Pergola e Sant’Angelo in Vado e, a giorni, Acqualagna.

Saranno alla fine alcune centinaia di migliaia i visitatori ed i turisti che avranno visitato le località del tartufo, acquistato il prezioso tubero (quest’anno ancora più prezioso), mangiato nei ristoranti e negli stand gastronomici.

E’ quindi tempo di tartufo!

Ma è anche tempo di Finanziaria o, come si dice ora, di Legge di Stabilità (che tanto stabile quest’anno non è, per la verità, rinviando al 2017 e al 2018 le scelte e le coperture).

E nella legge di stabilità – per quello che sino ad ora è emerso – non c’è quello che attendiamo da tanti, troppi anni : la riduzione dell’IVA sulla commercializzazione del tartufo.

Oggi il tartufo non viene considerato un prodotto agricolo (con l’IVA al 4%) ma un prodotto di lusso (con IVA al 22%).

Questa ingiustificata tassazione – per un prodotto della terra – determina un consistente aumento del prezzo del tartufo al consumatore finale (e quindi anche una diminuzione delle vendite e dei consumi) ma anche una penalizzazione delle vendite del nostro tartufo di qualità sul mercato nazionale ed internazionale a causa dell’enorme differenza di tassazione tra il tartufo italiano e quello di altre nazioni concorrenti.

Da alcuni anni la Confcommercio di Pesaro e Urbino – assieme ad altri organismi – chiede il riconoscimento del tartufo come prodotto agricolo e la conseguente applicazione dell’IVA agevolata.

Periodicamente riceviamo rassicurazioni, leggiamo di interventi di politici locali, siamo invitati ad audizioni parlamentari ma… nulla è stato fatto.

Questa è l’occasione ed il momento buono.

Chiediamo al Governo ed ai parlamentari eletti nella regione di introdurre nella Legge di Stabilità che approderà alle Camere la riduzione dell’IVA sul tartufo al 4%.

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