Dall’associazione dei commercianti un primo “sì” alla Festa dell’Unità alla Palla del Pomodoro o, in alternativa, agli Orti Giuli. Il direttore Provinciale di Confcommercio Amerigo Varotti infatti non discute la scelta del lungomare come possibile sede della kermesse democrat. Ma mette i puntini sule “i” sul fronte del servizio di ristorazione. «Non abbiamo alcuna pregiudiziale nei confronti di entrambe le location. Orti Giuli o Palla del Pomodoro, a patto che si tratti di una Festa leggera e poco impattante rispettosa del contesto in cui verrà realizzata – commenta Varotti – Quello che chiediamo con forza però è che all’interno della Festa vengano valorizzati gli operatori locali. Ovvero che si dia la possibilità agli esercenti autorizzati di svolgere attività di ristorazione. E non si faccia come nelle altre sagre, perché alla fine la Festa dell’Unità è una sagra, in cui operatori senza licenza vengono invitati a gestire ristoranti o punti enogastronomici». Il numero uno dell’associazione dei commercianti cita il caso Popsophia come modello da imitare anche per questo genere di iniziative politiche. «In questi giorni – continua Varotti – stiamo sperimentando un modello che funziona: all’interno del cortile di Rocca Costanza durante gli incontri organizzati nell’ambito della manifestazione Popsophia sono i nostri operatori ad occuparsi della ristorazione. Una vetrina per gli esercenti locali ad anche un modo per creare economia: credo che questi temi dovrebbero stare a cuore anche al partito che governa la nostra città».
La Festa dell’Unità provinciale dovrebbe svolgersi in città dal 28 agosto al 7 settembre. Si tratterà di un’iniziativa più sobria rispetto agli anni passati . Le amministrative hanno spremuto le risorse economiche e organizzative del Pd. E se da una parte il segretario provinciale Giovanni Gostoli vorrebbe portarla alla Palla, quello comunale Daniele Vimini “sogna” gli orti Giuli. Location che, strano a dirsi, aggrada anche il coordinatore provinciale di Forza Italia Alessandro Bettini. «Meglio gli Orti Giuli – premette Bettini – che l’occupazione della piazza».
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