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Gli alberghi potranno offrire prezzi on line più convenienti rispetto ai siti di prenotazione

Una legge che sembrerebbe essere passata sotto traccia, ma potrebbe essere determinante per l’offerta turistica, compresa quella pesarese. Il Ddl Concorrenza stabilisce che gli albergatori potranno praticare alla clientela finale prezzi e condizioni migliori rispetto a quelli offerti dagli intermediari online, meglio conosciuti come OTA, Online Travel Agency.

Un nodo fondamentale anche per Amerigo Varotti, direttore Confcommercio: “L’offerta turistica potrà variare a seconda dei periodi e gli albergatori potranno offrire camere a prezzi inferiori rispetto a Booking. Questo è un punto di svolta perché permette la libera gestione delle strutture e il posizionamento delle camere con un’offerta congrua al momento“.

Anche per il direttore Apa Hotel Fabrizio Oliva, si tratta di una svolta. “Sono anni che lo chiediamo, vogliamo essere liberi di gestire la disponibilità al meglio. Anche a Pesaro avremo importanti benefici“.

La legge per la concorrenza ed il mercato, approvata in via definitiva dal Senato dopo un iter durato più di due anni, mette finalmente al bando anche in Italia (dopo Germania, Francia ed Austria) le cosiddette clausole di “parity rate“, che sino ad oggi hanno impedito agli alberghi di pubblicare sul proprio sito internet condizioni più favorevoli rispetto a quelle presenti sui portali di prenotazione.

Secondo la Federalberghi, “si tratta di una decisione ispirata dal buon senso, che stabilisce un nuovo e più corretto equilibrio nel rapporto tra le imprese ricettive e le multinazionali dell’intermediazione, completando il percorso che l’Antitrust aveva iniziato, e ristabilendo parità di condizioni tra il sistema turistico italiano e quello di importanti paesi concorrenti“.

“I primi a beneficiare di questa importante novità saranno i consumatori. Non tutti lo sanno ma quando un portale promette il miglior prezzo, in realtà sta dicendo che ha proibito al sito internet dell’albergo di offrire al cliente un prezzo più conveniente.”

La federazione degli albergatori italiani sottolinea inoltre che “il nuovo sistema, oltre a generare vantaggi per i consumatori (ai quali si offre la possibilità di accedere a tariffe più basse o altri trattamenti di favore), apre nuovi spazi per le imprese (che potranno sviluppare liberamente le proprie politiche commerciali) e per l’erario (che beneficerà di un maggior gettito, altrimenti destinato ad altri stati o ai paradisi fiscali)“.

Nei giorni scorsi, ACS Marketing Solutions ha intervistato per conto di Federalberghi un campione rappresentativo della popolazione italiana, rilevando che – per l’estate 2017 – il 55,3% degli italiani ha prenotato la propria vacanza rivolgendosi direttamente all’albergo, mediante il sito internet della struttura (24,0%) o contattandola mediante telefono, mail o altro mezzo (31,3%).

“Si tratta di un dato molto interessante che testimonia l’interesse dei consumatori per il contatto diretto con la struttura ricettiva, contatto che sino ad oggi è stato ostacolato da una disciplina obsoleta, che impediva di utilizzare sino in fondo le potenzialità dei siti internet degli alberghi”.

Secondo Federalberghi, “la quota di prenotazioni dirette online è destinata a crescere, via via che gli operatori e i consumatori familiarizzeranno con le opportunità offerte dalle nuove regole”.

“Non si tratta solo di una questione di prezzo: nel rapporto tra l’ospite e l’albergatore, così come in qualsiasi altro campo della vita, il contatto diretto contribuisce a rafforzare e a personalizzare la relazione. Inoltre, il contatto diretto consente ai turisti di ricevere informazioni di prima mano in relazione alle disponibilità, alla possibilità di soddisfare richieste specifiche e di beneficiare di eventuali offerte speciali o servizi e condizioni particolari“.

Federalberghi ricorda infine che “tutti gli attori sono spronati adesso ad effettuare nuovi investimenti e ad una gestione più efficiente. Gli alberghi che desiderano potenziare le vendite dirette non possono fare affidamento solo sulla nuova legge, ma devono investire sulla realizzazione di siti internet più performanti, sulla formazione dei collaboratori, sull’informazione degli ospiti. A loro volta, i portali, non potendo più contare sulla rendita di posizione offerta dalle clausole di parity, dovranno investire sulla qualità del servizio e sulla riduzione delle commissioni. Peraltro, i risultati di un’indagine pubblicata ad aprile 2017 dalle Autorità Antitrust di Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito dimostrano che nei paesi in cui è stata abolita la parità tariffaria non c’è stata alcuna riduzione della presenza dei portali.”


di Luigi Benelli

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