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Il paesaggio della Gioconda e le vedute di Piero, l’entroterra pesarese diventa progetto turistico

Entrare nel paesaggio della Gioconda, il più celebre quadro di Leonardo Da Vinci. O riconoscere le colline dei quadri di Piero Della Francesca. Paesaggi dell’entroterra pesarese, riconosciuti da due ricercatrici, e che oggi sono diventati un progetto turistico di richiamo non solo locale. Otto giornate immersi nelle Vedute Rinascimentali.

Il progetto Montefeltro Vedute Rinascimentali, realizzato dall’Associazione omonima, grazie al supporto della Regione Emilia-Romagna e della Regione Marche, ha sviluppato nuove forme di approccio culturale che, attraverso la creazione di percorsi artistici e paesaggistici e uno staff di esperti e guide preparate ad hoc, portano viaggiatori “impegnati” all’interno dei paesaggi immortalati nelle celebri opere d’arte esposte in musei nazionali ed internazionali, creando un nuovo ed alternativo concetto di museo e un format assolutamente innovativo per una lettura integrata del territorio: I Balconi Rinascimentali di Piero della Francesca e della Gioconda.
I Balconi Rinascimentali di Piero della Francesca.
Si tratta di sette balconi su altrettanti sfondi d’arte, che creano un museo diffuso tra valli, colline, rupi e alti rilievi:

 Il Dittico dei Duchi di Urbino, Ritratto di Federico da Montefeltro (Galleria degli Uffizi –
Firenze).
 Il Dittico dei Duchi di Urbino, Ritratto di Battista Sforza (Galleria degli Uffizi – Firenze).
 Il Dittico dei Duchi di Urbino, I Trionfi (Galleria degli Uffizi – Firenze).
 San Gerolamo e un devoto (Galleria dell’Accademia – Venezia).
 La Resurrezione (Museo Civico – Sansepolcro).
 Il Battesimo di Cristo (National Gallery – Londra).
 La Natività (National Gallery – Londra).

I Balconi Rinascimentali della Gioconda
Attualmente ne sono stati realizzati due, uno a Pennabilli (RN) e l’altro a Villagrande di
Montecopiolo (PU), costituiti dall’istallazione di diversi vista point nel territorio del Montefeltro
che fa da sfondo al celebre dipinto. Questi due punti di osservazione raffigurano la parte destra del
celebre quadro, in particolare il primo tassello in basso mostra la zona del ponte sul fiume
Marecchia e l’abitato di Pennabilli.

Davide Barbadoro, ideatore e promotore del progetto
“Durante la scoperta dei paesaggi rinascimentali del Montefeltro, vale la pena rallentare il ritmo
del cammino, che non significa rallentare il nostro pensiero. Tutt’altro. Bisognerebbe rimanere in
silenzio, provando a raggiungere il punto di osservazione, alimentando l’aspettativa e cercando, al
contempo, di rivivere le emozioni che Piero della Francesca e Leonardo da Vinci potevano sentire e
provare 500 anni fa durante i loro viaggi”.



Amerigo Varotti direttore Confcommercio ha sottolineato come il progetto sarà proposto anche da Riviera Incoming e come “l’entroterra della provincia di Pesaro sia un itinerario della bellezza. Andremo a conquistato un turismo non di massa, ma slow, nell’ambito di un progetto straordinario, non delocalizzabile”.

La prima data è il 5 agosto, poi il 20 agosto, il 10 settembre, il 24 settembre. Ognuno con una propria peculiarità. In questo link il programma completo e come partecipare. http://www.montefeltroveduterinascimentali.eu/it/info-prenotazioni.html

Montefeltro Vedute Rinascimentali fa parte del più ampio progetto interregionale Terre di Piero
che coinvolge Emilia-Romagna, Marche, Toscana e Umbria.
Il Montefeltro, famoso nel mondo per gli scenari naturali di grande bellezza e fascino, definito da
Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, «la valle più bella d’Italia», profondamente amata
anche da Tonino Guerra e Umberto Eco, diventa una nuova meta di conoscenza, un’eredità del
passato da trasmettere alle generazioni future, che va difesa, tutelata, conservata e valorizzata.

La Scoperta

Due ricercatrici italiane, Rosetta Borchia, pittrice ed esperta di paesaggi d’arte, e Olivia Nesci,
geomorfologa dell’Università di Urbino ed esperta del paesaggio fisico, hanno dimostrato
chiaramente, attraverso indagini scientifiche puntuali, come i fondali rappresentati riconducono ai
paesaggi che Piero della Francesca, più di 500 anni fa incontrava negli abituali percorsi che dalla
sua Sansepolcro lo portavano alle Corti di Urbino e di Rimini.
Grazie alla frequentazione assidua dei territori, tra Emilia Romagna, Marche e Toscana, è maturato
e di conseguenza potenziato il metodo sperimentale, associando gli aspetti storico-artistici del
territorio, alle biografie degli artisti e ai documenti dei loro committenti, agli aspetti matematici,
ecologici e di evoluzione del clima, per spiegare le possibili modifiche ambientali.
Aiuto impagabile arriva dalla tecnologia informatica, il territorio viene rilevato e analizzato; la
diagnostica, attraverso l’utilizzo di droni, ha permesso di effettuare voli ad alta quota per
osservare, con lo stesso “punto di vista” dei grandi pittori che, come ben sappiamo, compivano
quello che viene definito il “volo ad uccello”.
Un lungo lavoro, quello su Piero della Francesca, documentato negli anni, che, nel 2008, Rosetta
Borchia e Olivia Nesci pubblicano con il titolo “Il Paesaggio Invisibile” (Ed. Il lavoro editoriale).
Tra queste rigogliose colline le “cacciatrici di paesaggi”, così si definiscono le due ricercatrici, fanno
un’altra scoperta clamorosa: ritrovano il paesaggio de La Gioconda di Leonardo da Vinci.
La sensazionale intuizione diventa anch’essa un libro e nel 2012 esce per le edizioni Electa-
Mondadori, “Il Codice P, atlante illustrato del reale paesaggio della Gioconda”. Studi su altri dipinti
proseguono con il supporto scientifico del Centro interdipartimentale di studi dell’Ateneo di
Urbino “Urbino e la Prospettiva. L’umanesimo scientifico da Piero della Francesca e Leonardo da
Vinci alla rivoluzione galileiana”, di cui Olivia Nesci è docente fondatore.

L’incredibile scoperta oggi è ulteriormente avallata dagli studi del grande Carlo Pedretti, (il più
stimato storico di Leonardo al Mondo) che, già negli anni ’50, sosteneva che la Gioconda fosse una
dama nata e morta ad Urbino.
Tali studi sono stati poi ripresi ultimamente dal Prof. Roberto Zapperi (già Direttore della
Treccani), il quale nel suo ultimo libro (2012), Monna Lisa Addio, spiega tutta la storia di Pacifica
Brandani, La Gioconda.
Nel suo libro, Zapperi giustifica la tesi di Pedretti e spiega come nasce il dipinto più famoso al
Mondo.
È da queste scoperte che nasce Montefeltro Vedute Rinascimentali, un lungimirante progetto di
grande interesse storico, culturale e dagli indubbi risvolti turistici che, in questi anni, è stato
presentato con successo in diversi contesti istituzionali e culturali con conferenze ad Amsterdam,
Londra, Sofia, Lione, Manama, Helsinki, Cracovia, Beirut, cui seguiranno Parigi e Johannesburg nel
2017, grazie alla collaborazione degli Istituti Italiani di Cultura.
L’11 Aprile 2016 questi “paesaggi dipinti” sono stati oggetto di una conferenza organizzata da
Isabelle Mallez, direttrice dell’Istituto di Cultura Francese e Console Onorario a Firenze, con la
presenza di Neville Rowley, esperto di Piero della Francesca, docente all’Ecole du Louvre di Parigi
e Conservateur pour l’art italien des XIVe-XVe siècles al Gemäldegalerie e al Bode-Museum di
Berlino, e di Paolo Fabbri, semiologo riminese di fama internazionale, che ha ricoperto prestigiosi
incarichi presso importanti istituzioni culturali in Italia e all’estero.

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