Da troppo tempo la nostra Provincia e, particolarmente il nostro entroterra, è stato emarginato – soprattutto per quanto concerne le infrastrutture necessarie allo sviluppo economico, al consolidamento dei flussi turistici che, particolarmente negli ultimi anni, stanno interessando i borghi e le città del Montefeltro, della Massa Trabaria, dell’Alta Valle del Metauro e del Foglia e del Cesano.
Sì, diciamolo con estrema franchezza. Siamo stati abbandonati dallo Stato.
E per alcuni aspetti, vedi la Ferrovia Fano-Urbino, la Ferrovia del Metauro, siamo stati capaci di farci male da soli, dichiarando inutile un tratto ferroviario che ora, dopo tanti anni, viene giustamente rivalutato come tratta nazionale di interesse turistico.
Sulla Fano-Grosseto – questo essenziale collegamento est-ovest che toglierebbe dall’isolamento l’intera Provincia, si sono scritte migliaia di pagine, di impegni, di iniziative politiche più o meno folkloristiche, di atti e dichiarazioni ministeriali.
Ora la Fano-Grosseto pare rientrata negli interventi infrastrutturali di interesse nazionale ma, ahimè, pare senza le risorse necessarie. Mentre per la Ferrovia – la cui utilità soprattutto sul fronte turistico e sulla sostenibilità ambientale dei trasporti ormai nessuno ha dei dubbi – dopo l’inserimento a livello nazionale tra le tratte ferroviarie da riattivare a scopo turistico e nonostante i ritardi locali (Fermignano) o i tentativi di deviazione (pista ciclabile). E’ giunta l’ora di passare dalle parole ai fatti. Servono chiarezza di interventi e soldi.
Il tempo delle chiacchiere e dei comunicati stampa è finito.
Infrastrutture e ritardi
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