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Insieme per difendere il diritto al lavoro: venerdì manifestazione in piazza del Popolo

“Il Futuro non (si) chiude” 26 marzo a Pesaro

Venerdì la protesta Commercianti e albergatori scendono in piazza Servizio a pagina 9 In piazza sale la protesta «Noi vogliamo lavorare» II raduno è fissato per venerdì sotto le finestre del palazzo della Prefettura Coinvolti commercianti e aziende del settore turistico e dei servizi

L'INVITO La proposta delle associazioni: luci spente nei negozi dal 26 marzo e fino al 2 aprile
Siamo agli squilli di rivolta, dopo i malumori di tutte le categorie per l'esiguità dei sostegni arrivati con l'ultimo decreto del Governo. Dopo la manifestazioni degli ambulanti nella giornata di ieri ad Ancona, adesso si scende in piazza anche in città. Perché venerdì è prevista una protesta in Piazza che prenderà il via alle 10 e 15 e che vede unite varie associazioni di categoria: Confcommercio, Confesercenti, Apa, Assohotel, Fiva, Anva, Ristoritalia, Associazione ristoratori, Fiepet, Assoviaggi e AssoMito. Nella sostanza tutte quelle categorie che nel corso di questo ultimo anno hanno pagato il prezzo più pesante per le chiusure e le limitazioni dovute alla Pandemia. «Insieme per difendere il diritto al lavoro», è lo slogan coniato per questa protesta. Scrivono le associazioni che si ritroveranno a manifestare dopodomani:

«Non chiediamo elemosine, parole e promesse varie, chiediamo soltanto di lavorare». Nella sostanza si è davanti alle centinaia di micro e piccole imprese che operano nei settori del commercio, del turismo e dei servizi e che chiedono un ritorno ad essere operativi dopo «un anno calpestato con decreti governativi che impediscono agli operatori di svolgere la propria attività». Nel corso della manifestazione una delegazione di operatori e rappresentanti delle associazioni sarà ricevuta dal prefetto Vittorio Lapolla al quale sarà consegnato un documento con le richieste delle imprese al Governo. «Le categorie - si legge in un comunicato delle associazioni - pur consapevole dei rischi legati all'emergenza sanitaria e delle necessità di mettere al primo posto, come hanno sempre fatto, la salute pubblica, lanciano un grido unitario di allarme e di protesta per la disastrosa situazione economica che stanno vivendo. A centinaia di imprese sono state richiesti, prima enormi sacrifici, per adeguarsi ai protocolli anticovid, ed ora è stata imposta la chiusura: il danno e la beffa».

Anche un appello a scendere in piazza, perché le associazioni che hanno organizzato questo raduno di protesta sotto la Prefettura «invitano a partecipare alla manifestazioni i titolari ed i dipendenti di tutte le categorie economiche in difficoltà. Tra queste artigiani, parrucchieri, albergatori, ristoratori, agenti di viaggio, gestori di pubblici esercizi, di cinema, di palestre, di centri estetici e piccole commercianti». E proprio a questi ultimi, e cioè i commercianti, le associazioni chiedono di tenere spente, in segno di protesta, le luci delle vetrine per una settimana, dal 26 marzo fino al 2 di aprile». Naturalmente viene specificato che la protetta di dopodomani rispetterà tutte le regole delle normative anticovid.

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