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La bellezza di una dimora storica immersi nel verde di un giardino all’italiana a Villa Cattani

La nostra intervista #conforzaecoraggio quest’oggi mostra un angolo di quella Bella Italia di cui tanto si parla e che spesso pensiamo sia tanto lontana da noi. Nulla di più sbagliato: la bellezza, la pace e la lungimiranza imprenditoriale è molte volte a due passi da casa, e oggi è a Villa Cattani Stuart assieme ai creatori di tale perfezione: i fratelli Tomassini. Alessandro, Federico e Cristina ci raccontano la loro storia imprenditoriale, la loro ricerca verso una comunicazione sempre aggiornata, l’estrema attenzione ai dettagli e alla ospitalità. Perché il cliente deve poter avere una molteplice offerta su tutto il potenziale che il territorio offre. Scelti come location per il soggiorno del Team argentino della Coppa Davis, con grande orgoglio ci mostrano che tutta la città di Pesaro ha tutte le carte in regola per essere una meta del turismo motivazionale marchigiano. Buona lettura con Hotel Villa Cattani Stuart.

Alessandro e Federico, raccontateci la storia di questa incantevole dimora storica del 1600 divenuta poi uno degli alberghi più chic della Provincia?

Villa Cattani Stuart come struttura ricettiva nasce a fine anni ‘60 con l’acquisizione della villa da parte dei nostri genitori, anche se la dimora risale a fine 1600, quindi ne ha di storia. Prima era il casino di caccia dei Cattani, ma per mantenere una struttura del genere bisognava darle un risvolto economico diverso e così siamo partiti nel 1985 con la prima licenza di agriturismo nella Provincia, poi questa casa colonica è diventata l’hotel 4 stelle che vedete ora. Abbiamo preso tale decisione perché nel corso degli anni abbiamo avuto maggiori richieste che ci hanno portato, nel 2000, ad ampliare quello che già c’era. L’idea era di creare qualcosa di più grande, di alto livello, e dobbiamo ammettere che abbiamo fatto un bel salto. Pensate che negli ultimi 15 anni abbiamo quasi quintuplicato il fatturato, ma i buoni frutti sono stati tutti reinvestiti. Abbiamo acquisito negli ultimi anni una web reputation alta e i dati lo dicono: da 7 anni siamo primi su Tripadvisor, ora ce la stiamo giocando con la struttura 5 stelle di Pesaro, e questo ci fa piacere, questo tipo di competizione web è molto stimolante. Ora tutti consultano siti, le opinioni di chi viaggia, Tripadvisor, motivo per cui noi investiamo poco sul cartaceo ma molto su advertising sul web, passando da Facebook, Google ecc., perchè esserci e non farsi trovare è peggio che non esserci affatto.

A proposito di web, social e promozione che passa sulla rete, pensate che sia il primo grande investimento da fare per farsi conoscere, la strategia marketing di una struttura ricettiva quali step deve seguire per fare promozione?

Noi abbiamo terminato da poco il sito nuovo, avendolo fatto 4 anni fa era necessario un refresh, è stato un impegno importante messo in campo con una società che è una realtà locale, più piccola della web house con cui lavoravamo precedentemente, ma davvero molto attenta e rispettosa delle nostre esigenze. Il dettaglio è tutto. Oggi gli ospiti danno per scontato che camera sia ben pulita e che funzioni tutto, ma per essere al top bisogna puntare sui dettagli. Non lasciamo mai andare via un cliente scontento, già dal primo giorno gli chiediamo se va tutto bene, se è contento e soddisfatto, lo seguiamo costantemente e qualunque esigenza cerchiamo di accontentarla anche se va oltre ciò che è stato concordato, perché chi viene in vacanza non deve avere problemi.

Quali sono le opportunità che mettete in campo per i vostri clienti?

Dalla comunicazione web mostriamo subito il tipo di offerta ricettiva, che è un po’ diverso da quello del resto della città; noi infatti lavoriamo con un 50% di turisti che vengono dall’estero, che apprezzano molto questa struttura immersa nel verde, che non li chiude in zona mare per tutto il soggiorno; perché a Pesaro non c’è solo il mare ma si possono conoscere luoghi unici; per questo noi volutamente non abbiamo la ristorazione. Abbiamo una locanda a 20 metri e comunque vogliamo che i nostri clienti scoprano il territorio circostante, non vogliamo chiuderli qua dentro. Inoltre curiamo ogni minimo particolare: anche nella colazione scegliamo solo elementi di prima qualità, i nostri dipendenti spesso rimangono in cucina fino le 2 del pomeriggio, ma questi sforzi, sia economici che fisici, sono ampiamente ripagati quando i clienti ci dicono che la colazione è meglio di quella di un 5 stelle. Vogliamo far percepire che qui parla la storia. Abbiamo anche clienti fidelizzati da più di 15 anni che cercano proprio noi, Alessandro e Federico, ed è bello ed è anche il vantaggio di essere sia proprietari che gestori.

Ci racconta la partnership con Confcommercio Pesaro e Urbino?

Il servizio che utilizziamo di più è la formazione dei dipendenti con Formaconf. A dire il vero ancora sfruttiamo poco i vari servizi, purtroppo per mancanza di tempo. Ora siamo nel direttivo di Apa Hotels, che è sempre un braccio di Confcommercio.

Quanta forza e coraggio sono serviti per un evento tanto importante per la città come la Coppa Davis?

La Coppa Davis è stato un evento importante che ha dato prestigio alla città. Abbiamo ospitato il team della Argentina, che è stato veramente gentile e riconoscente con noi, basti vedere i ringraziamenti che ci hanno lasciato (e che abbiamo messo in bacheca): questo vuol dire che la città di Pesaro, non solo Villa Cattani, ha lavorato bene. Se tutta la città lavora bene, è un ritorno per tutti.

Alessandro, in questi giorni il direttore Varotti, sui quotidiani locali, ha difeso l’alta qualità della ricettività pesarese, cosa ne pensa a riguardo?

Sono d’accordo e infatti anche io ero intervenuto sui quotidiani locali a seguito di certe dichiarazioni durante la Coppa Davis. Credo anche però che bisogna creare un vantaggio per tutti, sia proprietari che gestori, e dare loro la possibilità di ristrutturare e rinnovare i locali. Perché se c’è anche solo una struttura decadente ci rimettono tutti, ci rimette l’immagine della città. Come Apa stiamo parlando con l’amministrazione Comunale e stiamo arrivando a delle proposte interessanti.

In linea con l’alto valore delle nostre strutture ricettive, quanto sono importanti eventi come il Rof e quali altre manifestazioni potrebbero essere messe in campo per spingere un turismo motivazionale quale è quello che percorre tutte le Marche?

Bisogna lavorare per il territorio. Urbino patrimonio dell’UNESCO e un po’ sottovalutata, bisogna sfruttare di più le bellezze che abbiamo. Va bene rilanciare turisticamente la città, ma bisogna anche creare dei servizi che da noi non ci sono, mentre basta andare a Cattolica e i turisti trovano gommoni, motorini e biciclette a noleggio. Pesaro è la città di Rossini e dovremmo sfruttare anche le varie ricorrenze del grande compositore un po’ come fanno nella città di Mozart, Salisburgo. Credo che gli eventi siano sempre positivi per tutta la città, perché l’importante è portare turisti e farci conoscere, poi l’indotto c’è e lavorano un po’ tutti, alberghi, bar, ristoranti. E più gli eventi sono importanti e destagionalizzati, più servono a mantenere alta la città e anche le strutture, che sono portate così ad investire di più sulla qualità. Bisognerebbe fare un tavolo tra Enti e tutti gli interlocutori e capire dove si vuole investire e cosa si vuole fare. Noi abbiamo davvero una gran offerta, e possiamo lasciare un ricordo anche oltre il mare.

Quanto pesa la burocrazia sulle aziende?
Pesa tanto, le bollette aumentano di continuo e fa paura pensare a quanti giovani e pensionati vanno all’estero mentre potrebbero fare il passo imprenditoriale qua, ma poi vedendo le tasse che ci sono, non hanno coraggio per fare il passo. Il problema è che se manca l’entusiasmo finisce tutto. Bisogna salvare il Made in Italy su tutti i settori, dare un vantaggio a quelle poche eccellenze che ci sono ma che sono realtà.

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