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La merenda dei pesaresi, ricetta unica e gusto inconfondibile ... Pizzeria Dino

La merenda che ha sfamato tutti i bambini di Pesaro e lo spuntino di metà pomeriggio durante la “vasca” in via Branca: come non apprezzare un trancio di pizza della Pizzeria Dino, dall’impasto unico e inimitabile, un prodotto genuino fatto con materie prime semplici e naturali. Il suo titolare ancora crea quel prodotto inconfondibile con la stessa passione di un tempo e ad ogni morso ci sembra che il tempo si sia fermato… Ma non solo, Luigi Roberti è una risorsa di idee e proposte per dare vita a quello che da sempre è lo sfondo del suo lavoro: il centro storico. Un passionario, un commerciante convinto che fare sistema e lavorare in sinergia possa essere il solo modo per ravvivare il fuoco di tutto il commercio cittadino, un uomo che mette le mani in pasta e che crea un prodotto “da leccarsi i baffi”… Buon appetito con intervista alla Pizzeria Dino!
Buongiorno Luigi, ci può raccontare come la nasce la sua pizzeria nel cuore della città di Pesaro? E come negli anni il suo locale ha cambiato immagine?
La mia storia professionale non parte con questa pizzeria, vengo dalla scuola di barista e dalla gestione di una pasticceria sempre in centro storico a Pesaro, poi ho avuto l’occasione di rilevare questa pizzeria nel 1996. Sin da subito ho voluto mantenere il suo nome storico, “Pizzeria Dino”, addirittura nello scantinato ritrovai delle vetrofanie di 40 prima proprio con l’insegna Dino; dopo 3 anni abbiamo deciso di fare dei lavori di ristrutturazione necessari e così per restare fedeli al nome del suo fondatore ma allo stesso tempo per dare aria di freschezza e novità ci inventammo questo “murales”. Mio figlio era piccolo e adorava i Flinstones e bastò un attimo per decidere che il nostro logo distintivo sarebbe stato il dinosauro Dino! Inoltre il locale inizialmente era un corridoio lungo e stretto, i ragazzi che volevano fare merenda facevano la fila fino fuori, per non parlare delle mamme con i passeggini. Così, pensando alla clientela, decidemmo di dargli una nuova immagine: più spazio per l’accoglienza ma stessa caratteristica del prodotto.
La sua pizza è unica, quali sono i segreti di un buon impasto? Qual è la dote principale che un pizzaiolo deve avere? E come le materie prime sono un valore aggiunto al suo prodotto?
Quando ho avuto l’onore di entrare in pizzeria, ho avuto due maestri formidabili: i fratelli Bizzarri, i proprietari di allora. E’ un prodotto che non ha eguali, niente di pari valore. Le materie prime utilizzate sono tutte genuine e le migliori sul commercio, è un composto azzeccato nella sua forma, ed è entrata nelle doti dell’epoca, degli anni ‘50 e ‘60, non esistevano prodotti alimentari simili. Non posso negare che io sicuramente ho avuto un pizzico di fortuna e di intuito, venendo dalla pasticceria, un mondo fatto di finezze, in questo settore sapevo come muovermi. Chi ama questa pizza la ama per quella che è, gustosa, soffice e saporita.
Quando nasce l’incontro con la Confcommercio di Pesaro?
Il mio incontro con la Confcommercio avviene nel 1982, in via Mastrogiorgio, dove io insieme un altro socio gestivamo una pasticceria sotto i vostri uffici, e così noi ci siamo associati subito.
Come la vita nel centro storico è cambiata e quali sono le abitudini dei pesaresi di oggi rispetto a quelle di un tempo?
Io nel 1971 lavoravo da Carboni, é stato il mio primo datore di lavoro, quindi posso dire di essere cresciuto nel centro storico di Pesaro. All’epoca c’era il passaggio delle macchine, passava il tram e girava molta gente, lavoravano tutti; la trasformazione è stata radicale con l’avvento dell’isola pedonale che ha ammazzato tutte le attività commerciali. E’ stata una fase di declino graduale, ma ha soffocato tutti, basti pensare che all’epoca si lavorava tutti i giorni, non c’erano giorni di chiusura; in quella fase si è lottato per conquistare il giorno di chiusura e ora siamo tornati a lavorare sempre. Anche la grande distribuzione ha contribuito ad ammazzarci, in più ci sono molti negozi chiusi e molti altri preferiscono non affittare a un prezzo basso e lasciare sfitti i loro locali. Tutto questo contribuisce a degradare il centro storico, e lo dico io che nonostante tutto ho una pizzeria che lavora, non mi sono mai girato i pollici e ho sempre accolto le iniziative per ravvivare il nostro tesoro di città.
Cosa si dovrebbe fare secondo lei per ravvivare il centro storico pesarese? E quali eventi potrebbero essere più funzionali alle attività commerciali?
Il Comune purtroppo non ci ascolta abbastanza, ora il sindaco ha detto che investiranno sul turismo, allora diamo voce ai commercianti che hanno una visione a 360. Con la concertazione si possono raggiungere risultati migliori. Io noto che se i negozi non sono aperti io non lavoro, se tutti sono aperti tutti lavoriamo, ma per tenere aperte le nostre attività il Comune deve organizzare eventi appetibili per portare gente. Pensiamo alla Mezzanotte Bianca dei Bambini, quella manifestazione funziona, così come le serate in estate sotto le stelle, il giro c’è ma se non lo stimoli con eventi nuovi non ha più senso ripetere sempre le stesse cose, meglio rinnovarsi, queste idee vanno bene per 2 o 3 anni ma poi vanno scemando, per di più quando chiedi i soldi ai commercianti molto spesso si tirano indietro. Ho notato che in questi anni ciò che ha sempre funzionato è la musica: la musica porta dietro a sè tutto il resto; ma non gli stand gastronomici in piazza, allora può essere di più attrazione la festa dei fiori, oppure anche la festa del cioccolato ma non la mera degustazione, andrebbe organizzato uno spettacolo, una lezione di come viene fatto il cioccolato, una vera lezione di cultura, altrimenti diventa un mercato e nulla più. In questi ultimi anni siamo poco innovativi, poco propositivi, manca la voglia. Io ad esempio avevo anche proposto di mettere un po’ di musica di sottofondo in centro, magari in periodi precisi, tipo Natale o il Rof, la musica crea atmosfera, il problema come sempre però sono i costi.
Ci può dire con quanta forza e coraggio la Pizzeria Dino continuerà ancora a deliziare i palati dei pesaresi durante le loro “vasche in Via Branca”?
La forza e il coraggio ci saranno sempre. Del resto credo che il centro non potrà mai morire, il centro ancora dà la forza e ha la forza per continuare a vivere, ma dobbiamo cambiare ciò che c’è attorno e che non funziona: in primis i parcheggi scomodi e cari, pensate a chi ha paura di prendere la multa, o di prendere la pioggia e che quindi preferisce i centri commerciali.
Progetti per il futuro?
Sarebbe bello portare avanti questa attività, ma ho un limite e spero in chi verrà che continui la storia di una ottima pizza che fa parte della storia di tutti i Pesaresi.
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