Il turismo e i servizi di mercato insieme ai servizi culturali sono i settori in maggiore crescita in questi ultimi anni per numero di imprese e occupati. E sono i settori da cui è necessario ripartire per uscire dalla crisi che da troppi anni attanaglia il nostro Paese. C'è, insoluto, il problema dell'occupazione nel settore turismo. Da diversi anni, ormai, registriamo una difficoltà sempre più crescente a trovare personale negli alberghi e nei ristoranti (aiuti cuoco, pizzaioli e camerieri innanzi tutto). Le scuole professionali, dopo la riforma che ha ridotto drasticamente le ore di pratica, non sono per nulla sufficienti a coprire le esigenze del mercato, anche perché tutti vorrebbero fare, senza avere la qualità, il `master chef. I ristoranti da alcuni anni, e le pizzerie, sono alla ricerca spasmodica di personale, non solo stagionale. Non è un problema emerso quest'anno: ma nell'estate 2019 si è accentuato. E forse al sud, qualcuno pensa di poter ricevere il reddito di cittadinanza anche rinunziando a posti di lavoro. In autunno, insieme alle Organizzazioni sindacali dei lavoratori ed agli Enti Bilaterali provinciali del Turismo e del Commercio, organizzeremo dei corsi formativi propedeutici all'inserimento lavorativo, nel 2020, di figure professionali nelle nostre strutture. Su una cosa però vogliamo essere chiari: nelle imprese associate a Confcommercio e che utilizzano i nostri servizi si rispettano i contratti collettivi nazionali di lavoro e, quindi, non c'è sfruttamento, il personale non è sottopagato ed anche le cause di lavoro sono a livelli veramente fisiologici. Certo non possiamo parlare per chi usa contratti di lavoro `farlocchi' firmati da Organizzazioni scarsamente o per nulla rappresentative.
21 giugno 2019
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