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Ricci apre all’Emilia ma pone condizioni

Ma gli operatori e Confcommercio pongono il veto.

Gli ammiccamenti e i disegni di legge per Pesaro in Emilia Romagna ci sono. Il sindaco Matteo Ricci non esclude l’ipotesi , ma vengono poste delle condizioni.
Il dibattito politico parte dal ddl presentato da due deputati Pd che nell’ambito della riduzione da 20 a 12 regioni, infilano la Provincia di Pesaro in Emilia. Per Ricci una cosa è certa: «Alla riforma dello stato, manca il tassello delle Regioni. Dopo aver svuotato le Province, la riforma ha senso se si rafforzano i Comuni con unioni e fusioni. E contestualmente le Regioni diventino più grandi e competitive. Del resto nel 1970, quando furono istituite, non si parlava né di globalizzazione né di Europa. Le Marche in questo contesto sono troppo piccole per questo servono le aggregazioni». Ricci sottolinea però di «non voler subire il processo dall’alto, per questo è importante fare la nostra proposta. In questo senso penso che le Marche debbano mantenere la propria integrità. In prima battuta l’opzione principale è quella di una macro regione con l’Umbria così da avere un’identità territoriale e creare così un’Italia centrale. Ma si può anche ragionare di un’aggregazione con l’Emilia, ma solo a livello unitario, non spezzettando la Provincia di Pesaro separandola dal resto delle Marche». Il sindaco di Pesaro svela che il presidente della Regione Emilia Stefano Bonaccini gli ha inviato un sms per Natale. «Il suo è stato un invito, se ne può ragionare, è un’ipotesi da considerare anche nell’ambito di una macro regione adriatica. E per avanzare noi una proposta senza subirla, evitando di commettere l’errore di frammentare le Marche». Il dibattito per Ricci è «urgente. Ne parlo solo ,io e il deputato Lodolini. Eppure è bene iniziare un discorso anche in vista delle elezioni regionali. E’ un tema che si deve aprire al più presto». Tanto che da gennaio il sindaco anche nella veste di vicepresidente Anci si metterà al lavoro. «Proporrò un’iniziativa con Oscar Giannino per parlare di questo tema e portarlo al tavolo del ministro Boschi. Farò la mia parte ma è u argomento importante su cui deve scattare il dibattito». Se per Ricci l’Emilia non è da escludere, c’è chi mette un veto. Sono gli operatori turistici e la Confcommercio. Il direttore Amerigo Varotti spiega che «l’argomento delle macro regioni è una storia che va avanti dal ’92 quando la fondazione Agnelli proponeva 12 regioni. E’ stato ripreso in questi anni da tante proposte di legge in cui le Marche erano sempre viste con l’Umbria o con l’Abruzzo e il Molise. Il dato di fondo è l’integrità territoriale della regione. Ma ora i due deputati Pd pensano a uno spezzatino con la Provincia di Pesaro in Romagna. Proposta cavalcata dal sindaco di Rimini Grassi e da chi promosse la secessione dei 7 comuni della Valmarecchia in Romagna, Settimio Berardi. E un ‘assurdità tanto che oggi tutti i cittadini sono pentiti di quel passaggio vista la carenza di servizi e la promessa mancata delle infrastrutture». E c’è anche un dato turistico. «Abbiamo deciso di fare un contratto di rete con gli operatori dell’incoming (APA Hotel, Marche Holiday, Riviera Incoming, Esa Tour, Mondo Viaggi, Gabimar, Sogno)per fare una promozione unitaria della Regione Marche e del territorio. Tutti gli operatori hanno ribadito la necessità di evitare lo spezzatino e di non unirsi mai con l’Emilia Romagna perché il modello turistico è diverso, non vogliamo un turismo di massa, ma di ambiente e cultura . »

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