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Serra: «Il Governo e la politica spingano sul fronte della crescita»

L’Istat conferma che il Pil nel terzo trimestre sale dello 0,1% rispetto al secondo trimestre e dello 0,3% su base annua. Per il quarto trimestre consecutivo il Pil cresce debolmente. La sostanziale stagnazione dell’economia trova
altri elementi di conferma nella perdurante mancata ripresa economica del Paese: nella diminuzione a settembre (su base mensile) degli occupati (-32.000 unità) che porta dal giugno 2018 alla scomparsa di quasi 200mila persone dal mercato del lavoro, con una disoccupazione al 9,9%; nella diminuzione dei consumi interni dello 0,6% ad agosto rispetto a luglio; nell’inflazione bloccata al +0,3%; nel fatturato dell’industria in calo ad agosto dello 0,3% rispetto a luglio e del 2,2% in confronto allo stesso mese del 2018; nel lieve calo del clima di fiducia dei consumatori (da 112,2 a 111,7) certificato dall’Istat. Gli unici dati positivi sono l’aumento delle esportazioni (dello 0,4% nel giugno-agosto 2019) e una riduzione delle importazioni (0,9%). Tutto ciò, nel confermare che l’Italia è ferma (salvo il turismo che a livello nazionale e planetario è in permanente crescita), dovrebbero indurre la politica e il Governo a fare molto di più per la crescita.
Molto importante è stata la scelta di bloccare gli aumenti Iva (23 miliardi di tasse pronte a scattare),
così come la conferma della flat tax per le partite Iva. Ma è necessaria una revisione della nostra spesa pubblica per liberare risorse per gli investimenti. Magari togliendo i favoritismi ai grandigruppi industriali che fanno grandi utili grazie al perenne aiuto pubblico, delocalizzando la sede fiscale all’estero, o introducendo forti tassazioni per i grandi gruppi del commercio on-line e del web che drenano risorse in Italia, pagano le tasse dove sono più convenienti e fanno chiudere le nostre imprese.

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