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SILB Arzeni «Discoteche fai da te, ma tollerate» -

«Discoteche chiuse, altre feste tollerate» La rabbia dei gestori: danni enormi

«Servono formule che tengano conto delle diverse tipologie di locali» Serve «un modello di ripresa per le discoteche che in questi giorni stanno subendo l'ennesimo, quanto ingiusto processo di demonizzazione». La denuncia arriva da Marco Arzeni, segretario provinciale del sindacato dei gestori delle sale da ballo (Silb), dopo un'estate penalizzata dalle riaperture tardive, poi lasciata con pochi controlli e quindi terminata con 2 0 3 settimane di anticipo per decisione del Governo. Ora il Silb chiede di correre rapidamente ai ripari riaprendo ciò che è stato ingiustamente chiuso, adottando soluzioni che tengano conto degli spazi disponibili e della professionalità dei gestori. «Il settore è stato penalizzato perché c'è un problema sanitario - ammette Arzeni - Ma è innegabile che l'intrattenimento ha trovato altre forme organizzative che in qualche modo continuano ad essere tollerate: a Ferragosto erano le piste da ballo improvvisate negli stabilimenti balneari o nei bar del mare, ora sono le serate che si svolgono nelle ville private o nelle sedi di associazioni che di solito fanno altro». Serve dunque una soluzione per salvare il settore che, come ricorda Arzeni, è composto da oltre 3mila e 500 imprese che danno lavoro a migliaia di operatori e famiglie, con un fatturato di centinaia di milioni di euro e contribuisce all'appetibilità del nostro modello turistico. «Non è che i gestori dei locali notturni vogliono che si riapra tutto - precisa il segretario Silb - ma servirebbe trovare formule che tengano conto delle diverse tipologie di locali.

«L'intrattenimento ha trovato diverse forme organizzative al mare e non solo» sti possono avere un senso nelle grandi discoteche romagnole, da due-tremila persone, meno da noi dove abbiamo piccole strutture, balere o disco bar adatti per i balli di coppia. Un mondo frequentato da persone adulte e tranquille». Insomma, non solo un luogo dove si balla, ma anche un'azienda. «Molto dipende da chi la gestisce, il resto dipende da chi la frequenta, che può trasformarsi in un capro espiatorio quando cercare e risolvere le responsabilità vere è molto più complesso». Cosa chiede quindi il settore? «Null'altro che un sostegno per un modello di ripresa delle attività economiche e produttive compatibile con la tutela della salute di utenti e lavoratori - afferma Arzeni -. Magari diversificando le tipologie di locale, tenendo conto di clientela e dimensioni, della professionalità dei gestori, di una unicità di visione del mondo dell'intrattenimento da parte di enti locali e amministrazioni».


da Il Resto del Carlino

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